L’ottava edizione dell’eCommerce Hub ha offerto uno spazio interattivo e una ricca agenda che ha visto alternarsi, accanto alle sale principali, i Workshop Advanced e l'eCommerce Arena. L’obiettivo? Raccogliere le tendenze del momento e le soluzioni per essere più competitivi nel mercato globale del commercio elettronico.
Se è vero che in questi ultimi anni abbiamo assistito a un consolidamento delle nuove abitudini di spesa e il coronavirus ha continuato nel 2021 a determinare le sorti di molti operatori, in positivo o in negativo, il 2022 che cosa riserverà?
Sarà all’insegna della crescita delle vendite online - come testimoniano i dati condivisi durante l'eCommerce Hub - se supportate da investimenti e strategie per cavalcare l’onda di un mercato sempre più globale e competitivo.
Tra i focus principali, utili a creare un’esperienza di acquisto appagante, sicura ed etica, la sostenibilità, ripresa come monito in più speech, l’internazionalizzazione delle vendite, l’attenzione ai servizi (come quelli di spedizione), ai pagamenti digitali, quindi alle attività di marketing, visto che la pubblicità digitale tradizionale piace a sempre meno utenti.
L’eCommerce, l’unico settore sempre in crescita
A Davide Casaleggio, CEO e Partner Casaleggio Associati, il compito di raccontare, dati alla mano, la crescita del fatturato eCommerce in Italia: 64 miliardi di euro, un aumento del 33% rispetto al 2020.
I trend presentati all’eCommerce Hub: puntare a presenza internazionale, MarketPlace e sostenibilità
Come sarà distribuito il fatturato eCommerce in Italia nel 2022?
“Il Tempo libero - spiega Casaleggio - continua a essere importante per le vendite online con il 48% del fatturato, i MarketPlace crescono del 40%, mentre il Turismo rimane il terzo settore con la quota dell’11%, ancora lontano dal 26% del 2019”.
Nel 2022, in media, un sito eCommerce italiano, prevede di crescere del 34,7% in termini di fatturato. Tra i principali ambiti troviamo il turismo, seguito da salute e bellezza, alimentare, moda e casa arredamento, mentre i driver nelle strategie aziendali saranno diretti ad aumentare fatturati e profitti, acquisire nuovi clienti, fidelizzare i clienti, investire nell’awareness e guadagnare quote di mercato rispetto ai competitor.
Inutile dire che nella lista del top 100, tra i siti eCommerce più popolari in Italia, ci sono i MarketPlace che investono costantemente sul servizio, come Amazon, eBay e subito. Non a caso sono diverse le aziende che approfittano di questa visibilità per vendere i loro prodotti, qualcuna ne presidia due o tre, qualcuna anche più di cinque.
Se solo il 32% delle aziende intervistate dichiara di essere soddisfatto e di avere trovato la strategia giusta per promuovere il proprio brand (-16% rispetto allo scorso anno) tra email marketing, ADS, social media, SEO, radio, televisione e stampa, i principali driver di acquisto restano evidenti: consegna gratuita, coupons e sconti, recensioni da altri clienti, reso facile, checkout facile e veloce, consegna il giorno dopo, punti fedeltà, molti mi piace e commenti positivi sui social media, prodotti o campagne eco-friendly, tanto er citarne qualcuno.
Il tema della sostenibilità invece, per molti ancora un monito, appare un'esigenza imminente: c’è già una percentuale di persone (Fonte: Postnord, 2022) che pagherebbe un extra per una spedizione ecosostenibile. La prima è la Spagna (28%), seguita da Francia (27%), Regno Unito (27%), Norvegia, Belgio e quindi Italia, ultima nella classifica la Polonia.
Posizionamento e presa di posizione: l’attivismo ambientale nell’habitat digitale
Se i dati presentano un settore, quello della vendita online, in salute e in crescita, dall’altra parte evidenziano l'esigenza di una percentuale sempre più numerosa di consumatori disposti a investire qualcosa in più, purché l'acquisto risponda ai criteri della sostenibilità.
“Se quel prodotto lo affidiamo a un MarketPlace che ha fatto della voracità sul mercato la propria cifra distintiva, in questo momento c’è una contraddizione molto forte”. La parola a Paolo Iabichino, scrittore pubblicitario e Direttore Creativo, che con il suo intervento ha lanciato opportune provocazioni.
È stato lui a ricordare il Cluetrain Manifesto, 95 dirompenti tesi che nel 1999 già vedevano arrivare l’iceberg di Internet e suggerivano i giusti atteggiamenti di mercato per non schiantarcisi contro.
“Come facciamo ad acquisire - ha invitato a riflettere - un punto distintivo così importante che consenta a chi sta dall’altra parte dei device di identificarci come virtuosi, come socialmente responsabili, come brand che vogliono cambiare un piccolo pezzetto di mondo?
Se tutti conoscete il Cluetrain Manifesto, oggi voglio parlarvi del Newtrain Manifesto un progetto ispirato dalla prima stesura avvenuta oltre 20 anni fa, che ho seguito con gli studenti dell’Holden di Torino.
Questi giovani di età compresa tra 19 e 29 anni si sono rivolti a chi si cimenta nel fare impresa, piccola o grande che sia, fuori e dentro Internet, in modo perentorio: Se è vero che i dati sono il nuovo petrolio, non siate i nuovi petrolieri. Ce la fate a non inquinare anche il mondo digitale? Più big sono i vostri dati, più small sarà il nostro consenso.
Dobbiamo muoverci - ha quindi concluso Iabichino - con una sensibilità che il mercato analogico fino ad oggi non ha avuto. Cercare di capire se attraverso il commercio elettronico possiamo arrivare a fare un po’ di quel attivismo ambientale che in questo momento è richiesto dal mercato a gran voce e che può impattare anche in modo ecologico l'habitat digitale, perché dobbiamo smettere di considerare internet solo come un media!”.
“Shopify: benvenuti nel Connect to Consumer (C2C)”
“Non si può non considerare il contesto economico nel quale operiamo, che mette in discussione i comportamenti di spesa delle persone, mentre internet, con l’ascesa di piattaforme social e del Web3, sta sconvolgendo le modalità di acquisto e di vendita. Persino la privacy sta giocando un ruolo chiave sul campo delle vendite online!"
Paolo Picazio, Country Manager Italia Shopify, ha messo in luce i cambiamenti strutturali che stanno influenzando il commercio online.
Shopify come una delle principali "piattaforme di commercio omnicanale, permette agli utenti di cavalcare l'onda del cambiamento, offrendo nuove opportunità, come la vendita su TikTok.
L’ascesa dell’online naturalmente non determina la fine dell’offline che si evolve. Gli utenti vogliono tornare in negozio, toccare i prodotti.
Dalla ricerca geolocalizzata, alle esperienze nel punto vendita, se persino Meta, il gruppo che conta Facebook, Instagram e WhatsApp, inaugura il suo store a San Francisco qualcosa cambierà anche per gli altri business.
Picazio si è quindi soffermato sul social Commerce, un trend ereditato dall’Asia, che permette, in pochi click, di acquistare beni e servizi durante la visione di un video su YouTube o TikTok. Una strategia adottata con successo già da aziende come Cliomakeup, M2C Saint Barth, Superga e Alessi.
Sono diverse anche le realtà che si muovono nel Web3, che utilizza blockchain e NFT, pensiamo a Decathlon, Daily Paper, Doodles, ma anche a Gucci e al personaggio Janky Superplastic.
“La sovranità digitale appartiene ai popoli: il Web3 come movimento sociale”
L’intervento di Mirko Pallera, CEO e founder di Ninja Marketing, ha messo invece in discussione il commercio elettronico lasciando una serie di riflessioni. Temi nuovi e importanti che guardano al contesto in cui nasce la rivoluzione tecnologica come un movimento sociale, “perché il Web3 - chiarisce Pallera - non è il Metaverso!
Si può parlare forse di valute digitali senza considerare i BitCoin? Degli scenari macroeconomici senza fare un accenno a Fiat Standard? Del potere di acquisto senza riferirsi all’inflazione, della “redistribuzione del valore” senza discutere della portata del Web3?
Insomma si apre un nuovo capitolo, un nuovo livello di maturità negli usi, nelle tecnologie e nelle pratiche digitali, di contenuti, prodotti o servizi innovativi, basati su tecnologie aperte e decentralizzate”.
BigCommerce: “3 consigli per trasformare una piccola attività in un business globale”
Che ne sarà di noi? Ai posteri l’ardua sentenza, nel frattempo quello che è emerso a gran voce è che siamo di fronte a un mercato sempre più internazionale.
“Bisogna puntare alla vendita globale - ha ricordato Giuseppe Giorlando Country Channel Lead BigCommerce -, perché permette di affrontare nuove sfide imprenditoriali, creare opportunità di vendita, diversificare e mitigare i rischi e costruire una reputazione internazionale.
BigCommerce come piattaforma Open SaaS B2B e B2C è adatta a tutti gli stadi della crescita eCommerce, dalle startup alle realtà corporate!”.
Le sfide della vendita online per i mercati esteri
Il futuro della vendita online tende alla crescita globale e all’omnicanalità e non possiamo permetterci di tralasciare nulla: occorre considerare le abitudini diversificate degli e-shoppers e guardare ai MarketPlace come la chiave di ingresso nei mercati internazionali.
“In questo nuovo mercato globale che cosa dobbiamo privilegiare? Senz’altro la localizzazione delle informazioni di prodotto, l’automazione per tasse e dazi, utili a risparmiare ed evitare ritardi nelle consegne, i metodi di pagamento e valute, come fattore chiave di conversione, quindi funzionalità AI, per fornire esperienze singole su più siti, e la SEO per valorizzare le differenze regionali”.
L’importanza della multi-vetrina
La multi-vetrina offerta da BigCommerce può aiutare ad avere una visione globale anche se si opera localmente e tutto da un’unica dashboard, così i venditori possono gestire più marchi, come accade nel fashion per esempio, o in business che vendono a più segmenti (inclusi marchi ibridi B2B) o in più paesi.
Tutti d’accordo quindi nel creare esperienze localizzate senza sforzo, ridurre i costi di gestione e manutenzione, centralizzare la gestione e aumentare l’efficacia, un diktat per prendere decisioni migliori utili alla crescita aziendale”.
TikTok, oltre la pubblicità digitale tradizionale
Lo shopping digitale è qui per restare, non c’è dubbio, ma l’esperienza utente è un fattore chiave da non tralasciare, d’altra parte “le persone spendono soldi quando e dove si sentono bene” diceva Walt Disney. Nulla di più vero!
Questa necessità si intravede nella frustrazione dei consumatori causata da annunci pop-up e video non ignorabili, perché la pubblicità digitale tradizionale a chi piace?
Questo spiega perché TikTok è l’App di intrattenimento leader del momento, capace di condensare il funnel di acquisto, dalla scoperta al check out in carrello, con contenuti autentici e commerciali, sound on e gioiosi.
Qual è l’effetto acceleratore?
“Oggi il desiderio di intrattenimento dei consumatori - hanno chiarito Lorenzo Pozzi, Strategic Partnership Manager, e Francesco Balacco, Sales Manager Southern Europe, France & Benelux di TikTok - si è insinuato nella modalità di shopping.
Ecco perché annunci di acquisto in video, promozione di cataloghi e shopping dal vivo sono ben accetti se inseriti in pagine come Per te, che propone sul social network cinese nato nel 2015, contenuti iper rilevanti e personalizzati.
Un’opportunità nuova per i brand di essere scoperti da comunità basate sull’affinità, una strada verso il futuro per la pubblicità contestuale, ma anche una soluzione adatta a tutte le esigenze e competenze, perché iniziare con TikTok da subito è davvero facile!”.